La paura è la più pericolosa delle armi a doppio taglio a nostra disposizione.
È infatti la nostra centralina d’allarme, ci protegge dai pericoli e può salvarci la vita. Ma, allo stesso tempo, quando si protrae troppo a lungo e irrazionalmente - come spesso avviene dopo un forte terremoto - allora lo stress consuma tutte le nostre energie nervose. Fino a compromettere la nostra quotidianità e le relazioni con le persone che ci circondano. Questo è quanto emerso dall’incontro Le angosce da terremoto e la vita che continua, organizzato dalla Caritas di Teramo-Atri lo scorso 23 novembre 2016 nella sala convegni della sede di via Vittorio Veneto, durante il quale lo psicologo Enzo Marcozzi ha illustrato al numeroso pubblico ancora segnato dalla scossa del 30 ottobre, le cause che sottendono a tali meccanismi, come gestire l’ansia (sia prima che dopo l’evento traumatico) e come comportarsi con i propri bambini.
La chiave di tutto, ha spiegato lo psicologo, è tornare a rispondere correttamente agli stimoli esterni, riattivando la “via alta” del nostro cervello, che in questi casi prende il sopravvento sulla “via bassa”: bisogna ristabilire l’equilibrio tra l’amigdala e la neocorteccia cerebrale. Ma cosa significa ciò? La risposta è nella nostra storia evolutiva. L’amigdala è collocata nella parte più antica del nostro cervello, lì dove risiede la nostra capacità di rispondere in maniera rapida (sette millesimi di secondo!) agli stimoli esterni. Si tratta tuttavia di una risposta poco accurata, giacché aggira il passaggio attraverso la neocorteccia (via alta), funziona per semplici analogie, e comporta un alto costo energetico per la nostra macchina corporea. In altre parole, dopo avere vissuto una grande paura come quella dell’ultimo sisma, sollecitiamo continuamente l’amigdala, attivando senza soluzione di continuità la nostra “centralina d’allarme”. Basti pensare a come reagiamo alla minima sensazione di scuotimento, oppure alla costante paura che ci attanaglia tra le mura di casa o dell’ufficio. Ciò avviene perché associamo istintivamente (per analogia, appunto) quello che abbiamo esperito, di persona o attraverso i media e i social network, a un pericolo che riteniamo ci minacci ovunque e costantemente.
Peccato, ha svelato il dottor Marcozzi, che si tratti di un grande “falso allarme” autoindotto. «Se invece di dare continuo ascolto ad allarmismi basati su teorie infondate, ci informassimo in maniera razionale e scientificamente corretta – ha dimostrato lo psicologo – scopriremmo che abbiamo più probabilità di morire in banali incidenti stradali o domestici, che non a causa di un terremoto». Niente di più dannoso per il nostro fisico e per i nostri rapporti familiari, quindi, che modificare le abitudini nei rapporti interpersonali e cedere ad ansie e paure. Ed è qui che entra in gioco la neocorteccia: la parte del cervello chiamata in causa nella “via alta”, deputata a giudicare in maniere più lenta, ma accurata e per logica differenziale (distinguendo cioè le differenze tra un rischio reale e uno emotivamente percepito), gli stimoli che riceviamo. Il tutto senza chiedere al nostro corpo uno sforzo extra in termini di attivazione nervosa.
Facile a dirsi, difficile ad applicarsi, tuttavia. Ma la neocorteccia si può allenare attraverso esercizi specifici (yoga, training autogeno o debriefing) e, nel caso dei bambini, va costruita dagli adulti che li seguono. Evitando, ad esempio, tanto di iperproteggerli quanto di sottovalutare le loro paure: mai respingerli o ridicolizzarli. Al contrario il bambino va ascoltato, sostenuto, e abituato a superare le paure in modo attivo, magari attraverso il gioco e la simulazione. Seguire queste semplici regole può evitare di confondere i bambini con messaggi contraddittori e favorire la loro corretta maturazione. Ma questo compito si può assolvere solo se il genitore stesso non si lascia vincere dall’angoscia. Per questo, la Caritas diocesana di Teramo-Atri continuerà a lavorare con gli adulti attraverso nuovi incontri sul territorio, gruppi di condivisione della paura, e uno sportello “Caritas Point” che presto prenderà vita nel centro di Teramo, a piazza Orsini.
Prossimi appuntamenti:
- Castelli, 5 gennaio 2017, ore 18, c/o Liceo Artistico per il Design "F. A. Grue": incontro pubblico sulla gestione dell'ansia da terremoto.